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“Con la cultura si mangia”, gli esempi virtuosi in Calabria

Si afferma l’industria del cinema, in cinque anni 62 film e 14 fiction

Con la cultura si fa impresa, eccome. In Calabria lo testimoniano esempi come la casa editrice Rubettino che da più di 50 anni opera a Soveria Mannelli (Cz), avendo all’attivo un fatturato di oltre 7 milioni di euro e 90 dipendenti. Viene così sfatata l’idea che “con la cultura non si mangia, nel terzo appuntamento del talk serale della summer school “Si può già fare”, organizzata dall’associazione L’orodicalabria. Filo conduttore del dibattito è appunto il concetto che con “la cultura si mangia”. Ovvero che la cultura può essere “oggetto di iniziative imprenditoriali di successo, fatte di qualità e innovazione, come Rubettino dimostra”, osserva Gaetano Quagliariello, presidente della fondazione Magna Carta. “La cultura è una componente fondamentale – osserva Florindo Rubettino che dell’azienda fondata dal padre oggi è presidente – perché cambia i destini di un territorio, insegna a contaminarti, a pensare che viviamo in società aperte. Una casa editrice è un laboratorio di ricerca e sviluppo, si confronta con le idee. Il sogno è cambiare il mondo, ma prima dobbiamo e possiamo cambiare i luoghi e i territori in cui viviamo e operiamo. Dobbiamo essere co-autori della nostra contemporaneità”. E “un’impresa culturale deve generare profitto, se non lo fa non crea valore”, ha riconosciuto.

“La valorizzazione dei nostri tesori culturali va potenziata – l’esortazione che viene dall’ex rettore della Sapienza di Roma Eugenio Gaudio, che oggi presiede la Fondazione dell’Università della Capitale -. Il sistema universitario calabrese, che si è strutturato negli ultimi 60 anni, è la dorsale lungo la quale può viaggiare lo sviluppo di questa regione. Le esigenze cambiano continuamente, bisogna raccordare le università con i territori su cui operano, in modo da mettere a disposizione corsi di formazione adeguati a quelle esigenze”.

C’è un’altra impresa culturale che genera economia, è quella del cinema che opera attraverso Calabria Film Commission. “Negli ultimi 5 anni -elenca Giampaolo Calabrese che dell’ente regionale è project manager- abbiamo messo in campo 5 bandi per la produzione di film, realizzando 39 cortometraggi, 27 documentari, 14 fiction e 62 film, più di 25 i milioni dati a sostegno. Ma poi c’è un effetto moltiplicatore: perché una volta finanziate le opere, le produzioni hanno l’obbligo di spendere sul territorio calabrese il 100% e anche il 130% delle somme concesse. Restano tanti soldi in Calabria. Ma non solo. Il frutto del lavoro ha portato alla creazione di 18 società di produzione, 31 strutture di servizi, 508 professionisti del cinema e maestranze, 222 attori, 5.000 unità impiegate, con un guadagno medio di 20.000 euro all’anno”. Questo dimostra che il mercato si è attrezzato: “Fino a qualche tempo fa c’erano gli impresari di eventi, oggi attorno ad un’opera cinematografica o televisiva ruotano delle vere e proprie imprese. E il mercato richiederebbe tante altre maestranze che purtroppo ancora mancano”, spiega ancora Calabrese. “Il sud d’Italia ha oggi l’occasione per innescare meccanismi virtuosi di sviluppo e fondamentale sarà la formazione ad hoc della classe dirigente”, chiosa Quagliariello.