Marika De Marco, Simone Nazzareno Perri, Elisa Fristachi e Margherita Riga sono i quattro studenti universitari calabresi che hanno conquistato un’opportunità unica: una borsa di studio per due settimane di full immersion nelle realtà più innovative della Silicon Valley.
I quattro giovani sono i vincitori della summer school “Si può già fare”, un’iniziativa promossa dall’associazione “L’orodicalabria“.
L’evento, giunto alla sua seconda edizione, ha offerto a 24 studenti la possibilità di trasformare le proprie idee in progetti concreti. I partecipanti sono stati suddivisi in sei gruppi di lavoro e, dopo quattro giorni di laboratori, workshop e talk, hanno presentato i loro progetti. Il team vincitore, battezzato “Careviva“, ha colpito la giuria con la sua idea: un progetto innovativo per accompagnare le famiglie nel delicato percorso dell’adozione, aiutandole a superare le difficoltà che spesso portano ad abbandonare l’idea di diventare genitori.
Il viaggio oltreoceano, offerto da Innovit, non è l’unica opportunità che si apre per i giovani talenti calabresi. Come ha sottolineato il direttore scientifico Francesco Verderami, “Siete tutti un pezzo importante della nuova Calabria e collaboreremo”, rivolgendosi agli altri studenti non vincitori. I progetti elaborati durante la summer school potranno infatti essere inseriti tra le start-up che l’incubatore dell’Università della Calabria accompagna nel loro percorso di crescita.
L’Università della Calabria e il suo ruolo di “frontiera”
L’iniziativa “Si può già fare” ha messo in luce il dinamismo del sistema universitario calabrese. L’Università della Calabria (Unical), in particolare, sta emergendo come una realtà vibrante e in forte espansione. A dimostrarlo sono i dati forniti dal rettore Nicola Leone: negli ultimi sei anni, le iscrizioni sono aumentate del 30% e i laureati che hanno trovato lavoro sono cresciuti del 12%.
L’ateneo ha introdotto 14 nuovi corsi, 11 lauree internazionali e ha recentemente inaugurato la facoltà di Medicina. Inoltre, l’Unical è stata premiata dall’Unione Europea per essere un “ambiente ideale per la ricerca” e si posiziona al secondo posto in Italia per il suo ecosistema innovativo.
Il rettore Leone ha sottolineato l’importanza di allineare i percorsi di studio alle esigenze del mondo produttivo, e ha rimarcato il ruolo dell’università come ponte verso il mondo del lavoro. “Lavoriamo molto con la regione Calabria per attrarre investimenti, le aziende si rivolgono a noi perché abbiamo laureati di altissima qualità e collaborano con i nostri laboratori per fare ricerca,” ha affermato con orgoglio. A novembre, inoltre, a Rende aprirà l’“Innovation Palace”, una struttura dedicata alle piccole e medie imprese.
Un premio al talento imprenditoriale e un messaggio per il futuro
La summer school non ha premiato solo le idee, ma anche il successo imprenditoriale. La prima edizione del premio “L’orodicalabria” è stata assegnata a GipStech, una start-up calabrese che dal 2013 si è distinta per un sistema di geolocalizzazione che l’ha portata a conquistare mercati internazionali, aggiudicandosi appalti in aeroporti come quello di Malpensa e in Giappone.
Pasquale Scaramuzzino, rappresentante di Innovit, ha incoraggiato i quattro vincitori del viaggio nella Silicon Valley, spiegando che avranno l’opportunità di confrontarsi con i CEO delle grandi imprese e “da spettatori diventeranno ‘protagonisti’”. Come ha concluso il presidente dell’associazione L’orodicalabria, Ernesto Magorno, il futuro della regione è nelle mani dei suoi giovani, e iniziative come “Si può già fare” sono fondamentali per trasformare la Calabria da periferia a “frontiera di innovazione”.